domenica 31 gennaio 2010

Quei ragazzi del Vietnam

Poiché fa molto freddo, per scaldarmi provo a pensare a un luogo e a un tempo, in cui c'era un grande calore. Questo luogo si chiama Vietnam. E' un luogo geografico lontano, ma è anche un luogo della memoria che posso facilmente richiamare e sentire vicinissimo, azzerando ogni distanza con un battito di ciglia. Estate 2008. Un caldo soffocante, sono sempre avvolta da uno scialle di umidità che quasi toglie il fiato. Ci si sente sempre stanchi d'agosto in Vietnam. Nelle città il traffico e il frastuono ti invogliano a scappare via...e allora scappi e ti ritrovi a essere un puntino rosa in mezzo a risaie verdissime, un'ombra che cammina di notte tra lampioncini colorati appesi lungo la strada, una mano su cui si posano farfalle dalle ali dipinte. C'era tanto caldo in Vietnam nell'agosto 2008. E c'era tanto calore e gioia dentro di me, tanto amore, un amore appena nato. Si desiderava vivere il tempo insieme, cercando di imprimere nella memoria ogni nostro particolare: le mani, i piedi, gli sguardi, il respiro, le sfumature della voce, i silenzi, il contatto della pelle. Avevamo un bungalow di legno in riva al mare, immerso nel verde, la doccia era all'aperto in mezzo a fiori e piante dai colori esotici. Si sentivano le onde frangersi di notte e da lì abbiamo visto la tempesta più luminosa e elettrica che io ricordi. I veri proprietari del nostro bungalow erano una coppia di geki multicolori (gekko gecko o tokay), bellissimi, inseparabili. Erano "i nostri ragazzi", li chiamavamo così. A volte mi chiedo se siano ancora lì, sulla nostra isola, nel nostro bungalow o se si siano separati anche loro, come noi. Io tifo almeno per loro.

1 commento:

  1. Io sono sicura che la Geka ha giá trovato un Boy molto ma molto piú ganzo!!!

    Melusina

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